giovedì 15 luglio 2010

LA RACCOLTA DELLE OLIVE

Ed eccoci qui.
Dopo un anno a rimettere mano al frantoio.
La chiave fatica a girare nella serratura, ma dopo un tentennamento ce la faccio. Apro la grande porta di ferro verniciata di grigio. Un colore che non mi è mai piaciuto. Forse l’avrei fatta verde, non so…In ricordo della vecchia porta di legno, pesantissima, della cantina di nonna.
Comunque è arrivato, dopo un anno, il momento di ricominciare.
Entro nella cantina che ha ancora il suo odore. Lo stesso che gli sentivo addosso, a fine giornata, sulla pelle e sui vestiti.
Tutto in ordine.
Il piccolo frantoio deve ricominciare a macinare…
Laviamo i dischi e gli diamo un giro di pressa a 400 atmosfere, per strizzarli bene. Poi li stendiamo ad asciugare, pronti per essere usati domani.
La bella e calda giornata consente ancora un paio d’ore di lavoro all’aria aperta e così prendiamo ceste, reti e rastrellino e andiamo al Fosso dell’Albero. Lì ci sono sette olivi. La grande
vigna che aveva piantato lui è bellissima. Grazie a Loriano che la cura e che continua il suo lavoro.
Quest’anno le olive sono poche, brutte e qualcuno decide di non raccoglierle addirittura. Invece noi abbiamo stabilito, dopo un po’ di ragionamenti, di coglierle comunque.
Vada come vada, siamo disposti a tentare.
Raccogliamo per un paio d’ore e poi scendiamo in cantina per pulirle dalle foglie.
E’ quasi buio e fa freddino. Domani sarà una giornata di lavoro.
Uff!!! Comincia anche a piovere! Per fortuna siamo al coperto.
Finito di pulire, saliamo a casa. Domani è un altro giorno e si vedrà….
Tutta la notte ha piovuto. La mattina non si può iniziare troppo presto. Ma per fortuna il sole esce e asciuga gli alberi.
Già, per quel poco di olive che ci sono si potrebbe davvero evitare di raccogliere.
Tuttavia per mezzogiorno siamo pronti con una quantità, scarsina a dire il vero, di olive per far partire la prima frantoiata.
Si puliscono dalle foglie con l’ingegnoso scivolo che aveva
inventato e realizzato lui.
Si pesano.
Si accendono il frangitore e l’impastatrice.
Ed ecco, il mio lavoro preferito, si stende la sansa sui dischi e si impilano ordinatamente nella pressa. Alterno quattro dischi di sansa, un disco vuoto e un disco di acciaio, pesantissimo. E così via, fino a che l’impasto è finito. Quest’anno, per la prima volta è scuro e difficile da stendere. Povero di acqua, come sono le olive. Troppo asciutte. Hanno sofferto la siccità.
Chissà cosa ne verrà fuori?
Curiosità e allo stesso tempo paura
che il prodotto non sia all’altezza di quello degli scorsi anni… Ma insomma, basta con i dubbi e le paure, le ansie e le paranoie. Ormai non c’è più tempo per questi pensieri incontrollati e incontrollabili.
Avanti tutta e quel che sarà sarà.
Nel pomeriggio ci raggiungono Sonia con Margherita e Irina con Stefany. Un piccolo aiuto. Otto braccia sono meglio di quattro.
Strapp….i pantaloni da lavoro, vecchissimi, cedono. Ruben è pronto a immortalare l’attimo.
Pausa caffè.
Insomma si raccolgono le olive alla Curva, e
mancano due alberi, ma ormai è tardi. Domani si vedrà..Smonto la pressa, e comincio a frangere le altre olive. E via, ancora le stesse operazioni, per preparare un’altra mandata della pressa.
Bisogna pi togliere l’olio. Altrimenti trabocca dal contenitore di acciaio.
Imbuto, colino per filtrare le impurità e bottiglione di vetro.
Uhm…colore scuro..…ok ok.... ho detto che non mi sarei più lamentata …
Prometto che quello che verrà sarà comunque accolto come un dono.
Non crearsi aspettative aiuta a cogliere meglio l’essenza delle cose. E aiuta ad apprezzare tutto quel che arriva, come un dono inatteso….
Dunque in fondo in fondo penso che per noi è sempre meglio poco olio che nulla. Giusto?
Al termine di tutta la nostra avventura, che è durata due giorni e mezzo, abbiamo fatto circa quindici litri di olio.
Direi che il lavoro più duro è stato
quello di pulire, al termine delle operazioni, il frantoio, soprattutto i dischi, carichi di olio. Non va mai via. Non lo lavi via con niente. Anche la soda caustica appare inefficace….quasi sembra che sia rimasto più olio nei dischi che nel contenitore.
Dopo tanti risciacqui sembra che i dischi siano abbastanza a posto. Un’ultima strizzatina e poi si mettono a d asciugare, sui bastoni, sotto il porticato, all’aria e al sole del giorno successivo.
Un po’ di fatica, una doccia che lava, la macchina che ci riporta a casa. E’ buio ormai. Il giorno è finito. Domani si ritorna alla vita di tutti i giorni.
Il mio pensiero ancora una volta a lui. Una delle immagini che ho fisse nella memoria è di lui, sopra la scala di alluminio, appoggiata delicatamente al ramo del vecchio olivo, la camicia azzurra. Il sole che lo colpisce e lo scalda. Lo guardo e penso.....”dai, in fondo, se oggi riesce a raccogliere le olive è perché sta meglio…”. Ma dentro di me lo sapevo che era uno sforzo per sentirsi anche lui parte della squadra di lavoro. Non poteva accettare che tutti lavorassero, e lui lì a guardare, senza quella forza che gli era sempre stata compagna, da sempre, da una vita. E così, se ne stava su quella scala, con la camicia azzurra. Un bel ricordo di lui.
Si torna a casa.
Una cena vel
oce e a nanna! (25 ottobre 2007)

1 commento:

  1. 25/10/2007 17:21:36
    Eh sì, mi tocca dentro questo "lui", non nominato ma evidentemente presente, come l'aria fredda che respiri sù per le narici... il suo ricordo negli anni delle forze che declinano... E mi piace anche lo sfondo della vostra famiglia al completo che lavora insieme, la presenza degli amici, l'esplosione di risate dopo lo strappo. E immagino lo spirito un po' depresso la prima sera, col temporale ... e invece la mattina dopo "ma non le vedi nel cielo quelle macchie di azzurro e di blù ... è la pioggia che va.." ... Come dici tu, se si sa guardare e si smette di avere troppe aspettative, c'è un dono inatteso dietro ogni angolo ...
    Klondike man25/10/2007 18:19:19
    Grazie, Klondike man...sei speciale...e sai sempre cogliere e restituire il frutto del tuo pensiero....in maniera davvero speciale...
    Kitti28/10/2007 21:02:02
    quale miglior dono a Lui che ricordi splendidamente in questo racconto..raccogliendo anche quelle poche olive lo hai fatto felice e da lassu' ti donera' un sorriso..nella sua splendida camicia azzurra.
    lupakiotto29/10/2007 09:44:57
    Grazie anche a te Al...siete davvero personcine...come dire?...Uniche.... E io sono felice che siate miei amici. Grazie!!!!
    Kitti

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